

Scopri la nuova traduzione a cura di Ibex Edizioni,
con le edizioni limitate e ultra limitate da collezione.
Scopri la nuova traduzione a cura di Ibex Edizioni, con le edizioni limitate e ultra limitate da collezione.

La inquietante distopia di Orwell resta oggi tanto urgente quanto sconvolgente.
Con le illustrazioni e un carattere tipografico (DUB V. 2.0) appositamente creati da M. Bod e una potente prefazione a cura di Matteo Gracis, questa straordinaria edizione di 1984 unisce la più corretta profezia politica del Novecento a un design d’impatto, in un'edizione unica di un romanzo che continua, generazione dopo generazione, a porre il potere, la verità e la libertà.
Disponibile sia in versione economica che da collezione (limitata ed ultra limitata).
Le serigrafie sono impresse da Giacomo Sarcina di Genuine Studio.

George Orwell (1903–1950), nato Eric Arthur Blair a Motihari, in India, crebbe in Inghilterra in una famiglia della piccola borghesia. Dopo gli studi a Eton entrò nella Polizia Imperiale in Birmania, esperienza che lo rese profondamente critico verso l’autorità e ispirò il suo primo romanzo, Giorni in Birmania (1934).
Lasciata la polizia, scelse di vivere tra i poveri per raccontare le ingiustizie sociali: da quelle esperienze nacquero Senza un soldo a Parigi e Londra (1936) e La strada di Wigan Pier (1937). Combatté nella guerra civile spagnola, dove scoprì la brutalità delle divisioni ideologiche, testimoniata in Omaggio alla Catalogna (1938).
Durante la Seconda guerra mondiale lavorò per la BBC e per giornali come Tribune e The Observer. Con La fattoria degli animali (1945) e 1984 (1949) divenne una delle voci più potenti del Novecento, capace di smascherare i meccanismi del potere e difendere la libertà di pensiero.

Matteo Gracis, prefattore.
Nato in un piccolo paese di montagna in provincia di Belluno, nel cuore delle Dolomiti, Matteo Gracis è autore, giornalista e – come ama definirisi lui – un libero pensatore. Ha fondato il magazine Dolce Vita e successivamente rivoluzionato il panorama editoriale italiano co-fondando la testata giornalistica L'Indipendente.
È il prefattore perfetto per questa nuova traduzione italiana di 1984 di George Orwell.

M. Bod, Designer.
Nato in una famiglia italo-francese, Massimo "Bod" Ciceri inizia a farsi le ossa negli anni '90, in quelle particolari intersezioni fra i mondi dell'hip-hop, del writing e dello skateboarding italiano. La sua arte visiva è figlia dell'opera Saul Bass, di Moebius, così come dei film di Mario Bava e Lucio Fulci.
Tutte le grafiche presenti in questa edizione di 1984, limitate e non, portano la sua firma.

Giacomo Sarcina, serigrafo.
Oltre ad essere un abile artigiano della stampa, Giacomo Sarcina è il fondatore di Genuine Studio, un laboratorio artigianale di stampa serigrafica dove tutto è realizzato a mano e con la massima cura del dettaglio. Affonda le sue radici principalmente nella cultura skateboard e nei movimenti underground.
Per quest'edizione di 1984 ha serigrafato a mano tutte le stampe delle edizioni limitate e ultra limitate.
Le due edizioni da collezione sono impreziosite da una fascetta o obi (帯) che dispiegandosi diventa un manifesto dal formato 50x70.
In questa rappresentazione del mondo di 1984 a cura di M. Bod, l'artista costruisce un paesaggio che sembra respirare oppressione e silenzio. Il collage intreccia fotografie di edifici brutalisti – torri massicce, facciate austere, simmetrie soffocanti – con statue che incarnano o hanno incarnato l’autorità e il potere nell'inconscio collettivo delle genti del mondo.
Queste figure risultano ciclopiche e allo stesso tempo immobili, moniti perpetui scolpiti nell'eternità come rappresentazione plastica della sudditanza dell'uomo che accetta volontariamente la sua servitù.
Le superfici fredde del cemento e del metallo diventano metafore del potere che osserva, misura e contiene. Ogni frammento visivo è una tessera di un sistema chiuso, dove l'individuo è piccolo e l’architettura della società sovrasta tutto, impersonale e infinita. La città che emerge è al tempo stesso reale e mentale: un labirinto di linee e ombre dove il controllo ha la forma di un orizzonte inaccessibile, negato.
Nel silenzio sospeso di questa skyline si percepisce il respiro meccanico e fagocitante del mondo orwelliano, un luogo in cui l’occhio del potere non smette mai di guardare, e l’eco dell’individuo si dissolve nel rumore muto del cemento.


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